Grazie a un progetto di ricerca sviluppato dal Dipartimento di Progettazione architettonica e di Disegno Industriale del Politecnico di Torino. È stata ultimata, dopo 50 anni, l’opera incompiuta di Carlo Mollino.
Un’equipe di ingegneri e architetti del Politecnico di Torino, guidata dal Prof. Guido Callegari, ha trasformato in realtà il progetto visionario dell’architetto Carlo Mollino: ispirato alla sua opera “Casa Capriata“, è nato il primo rifugio italiano completamente ecosostenibile.
Un prototipo degli anni ’50 diventa infatti un edificio energeticamente impeccabile con un consumo minore di 10 Kwh/mq: in una piccola baita destinata a sciatori e alpinisti, i pesanti ancoraggi alle rocce sottostanti, le capriate e le strutture lignee tipe dell’architettura tradizionale montana, convivono con la leggerezza dei moderni pannelli fotovoltaici e i materiali di ultima generazione che rendono l’edificio una preziosa dimora alpina ecosostenibile a zero emissioni.
Architettura e tecnologia contribuiscono insieme al funzionamento di una struttura completamente autosufficiente e realizzata in materiali riciclabili: strutture e involucro in legno termo-trattato, infissi a taglio termico e copertura metallica con pannelli fotovoltaici integrati, in grado di assicurare la produzione di energia anche in condizioni climatiche avverse. Sistemi di riscaldamento a basso consumo, un impianto di ventilazione meccanica, pannelli radianti inseriti negli elementi di arredo, assicurano il benessere termico. E anche l’acqua, risorsa difficile da trasportare in alta quota, una volta auto-prodotta tramite l’acqua piovana, viene scaldata con pannelli solari installati sul tetto.
Il nuovo Rifugio Mollino, presentato alla X triennale di Milano come manifesto sull’innovazione tecnologica e la prefabbricazione edilizia, continua a vivere anche nel presente come un esempio modello e una possibile speranza di costruire in modo energeticamente autosufficiente.