Anche in Italia sono sempre più gli esempi di cohousing ed housing sociale. Pratiche abitative all’insegna non solo del risparmio, ma soprattutto della sostenibilità ambientale e sociale.
In tempi in cui i social network assorbono una parte sempre più consistente delle relazioni tra persone, riesplode la voglia di socialità e condivisione reale di spazi, beni e ed emozioni.
La sharing economy prova in tutti i modi ad intercettare questi nuovi bisogni e a declinarli in esperienze innovative e nuove opportunità di business. Le più recenti ed originali riguardano il nuovo concetto di “abitare”.
Le lavanderie condominiali
A Bologna c’è un’azienda che si occupa di lavanderie a gettoni che ne ha installato una all’interno di locali messi a disposizione da due diversi condomini uno a Reggio Emilia e l’altro a Settimo Milanese.
L’idea è nata dalla crisi economica degli ultimi anni, che ha colpito in maniera dura anche il settore immobiliare alla ricerca di nuovi servizi da offrire per attirare acquirenti ed inquilini.
Già affermata negli USA e nel Nord Europa, questa iniziativa è stata accolta positivamente anche dagli inquilini dei due condomini che in questo modo hanno l’occasione di risparmiare, di godersi uno dei primi esempi di condominio sostenibile (gli appartamenti sono anche dotati di piastre ad induzione, pompe di calore autonome e pannelli fotovoltaici) e, perché no?, di scambiare due chiacchiere e fare conoscenza tra un lavaggio e l’altro. Gli impianti sono installati in locali comuni, facilmente accessibili dai residenti e sicuri.
La lavanderia condominiale offre una soluzione anche a chi non ha tempo o voglia di aspettare: grazie ad un servizio di prenotazione e monitoraggio tramite app è possibile controllare la lavatrice da remoto.
Risparmio, sostenibilità, socialità, innovazione, ma anche praticità: nelle lavatrici industriali installate si può lavare di tutto compreso capi piuttosto voluminosi come i piumoni.
Non solo lavanderie
Giardini collettivi, orti comuni, centro benessere, car sharing e gruppi d’acquisto: sono molte le modalità in cui si esprime la condivisione nei condomini.
E non si tratta solo di risparmio: anche nei quartieri residenziali delle grandi città destinati ad un target medio-alto in grado di pagare tra i 6 e gli 8 mila euro al metro quadro questi servizi sono sempre più diffusi.
A Milano, ad esempio, c’è un condominio con circa cento appartamenti dove gli inquilini sono accolti da un servizio professionale di conciergerie dove lo staff gestisce l’uso delle aree comuni (roof garden, parrucchiere e sala massaggi), la prenotazione di taxi e ristoranti, l’acquisto di biglietti e la ricerca di baby-sitter o dog-sitter.
Urban Rural: il condominio sostenibile
Portare la campagna in città: è questo l’obiettivo di Urban Rural, il condomino sostenibile che sorgerà nel centro di Istanbul nel 2019.
Tecnologie innovative, design modulare ed integrazione tra rurale ed urbano sono gli elementi del mix alla base del progetto.
Il condomino sarà alto otto piani: sette dedicati alle residenze private e uno (il piano terra) con funzione socio-ricreativa con l’obiettivo di costruire una vera e propria comunità.
Le terrazze del condomino ospiteranno un bosco verticale, mentre sul tetto verranno collocate serre coperte per la coltivazione di ortaggi e piante.
In questo nuovo contesto sociale cambia anche il ruolo dell’impresa. L’offerta di beni e servizi deve tenere sempre più conto delle esigenze delle persone ed anche quelle che una volta erano considerate delle semplici “utilities” (come luce e gas) sono oggi veri e propri oggetti di consumo che devono riuscire a soddisfare le aspirazioni personali di ognuno.