Dallo scorso 29 giugno l’Italia ha un altro tipo di fonte di energia rinnovabile su cui contare: il biometano. Dalla casa alle auto, l’impiego del biogas promette un futuro sempre più green.
A Montello, in provincia di Bergamo, c’è un impianto di “digestione anaerobica” che produce ed immette nella rete un tipo di gas ottenuto dalla frazione organica dei rifiuti urbani attraverso una “buona pratica” che rientra tra quelle suggerite dall’Unione Europea.
Il biometano, finora utilizzato per la produzione di energia elettrica e calore, servirà da qui in avanti anche ad alimentare autovetture completamente sostenibili.
I vantaggi offerti da questa nuova fonte di energia rinnovabile sono diversi:
- il biometano può essere ottenuto da biomasse agricole e agroindustriali
- è una fonte “programmabile”: a differenza dell’eolico e del solare, la sua produzione non dipende da eventi naturali non controllabili
- ha emissioni zero
- è chimicamente indistinguibile dal combustibile fossile e quindi può essere immesso nella rete già esistente senza ulteriori investimenti infrastrutturali
Il collegamento alla rete gas italiana dell’impianto di Montello è stato realizzato da Snam, che ha progetti importanti per questo combustibile.
L’obiettivo è quello di utilizzarlo come carburante per le autovetture attraverso una rete di distribuzione stradale di 300 impianti che Snam realizzerà con un investimento di 150 milioni di euro.
Le auto a biometano, infatti, sarebbero addirittura più ecologiche di quelle elettriche. Secondo lo Ivi Swedish Enviromental Research Institute non emettono CO2, a differenza dei processi di produzione delle batterie che alimentano le auto elettriche.
Margini di crescita ce ne sono e sono anche ampi. Attualmente in Italia esistono 1.500 impianti a “digestione anaerobica” che producono 2,5 miliardi di metri cubi di gas e collocano il nostro Paese tra i leader mondiali nella produzione di biometano da matrici agricole, mentre le stime parlano di un aumento della produzione fino ad 8 miliardi di metri cubi l’anno entro il 2030.
Con queste potenzialità, il metano eco-sostenibile sarà anche fondamentale per la strategia energetica nazionale visto che andrà a ridurre il cosiddetto “downstream” (la distribuzione) dei combustibili tradizionali non rinnovabili ed importati dall’estero (petrolio e gas fossile).
Quello di Montello, inoltre, è anche il primo impianto in Italia “carbon negative”: è in grado di recuperare 38 mila tonnellate annue di anidride carbonica dai processi di lavorazione destinandoli ad usi industriali ed alimentari.
Un altro esempio virtuoso è quello del depuratore Bresso-Niguarda, in provincia di Milano, dove i tecnici stanno sperimentando la produzione di biometano dal trattamento delle acque reflue.
Una cosa è certa: il futuro è sempre più green e grazie al progresso scientifico i consumatori avranno sempre più la possibilità di scegliere non solo tra fonti di energia tradizionali e rinnovabili, ma anche tra diversi tipi di rinnovabili. A tutto vantaggio delle generazioni future e dell’ambiente.